Un torneo di calcio per chiedere una migliore governance: lo hanno organizzato sei supporters trust israeliani, ospiti dei tifosi dell’Hapoel Kfar Saba, per promuovere le loro richieste di un maggiore coinvolgimento nella gestione dei club ed una presenza più forte delle società sportive nella comunità, oltre che prezzi più bassi per abbonamenti e biglietti e più partite in chiaro tra quelle trasmesse in tv. Tutto questo in modo da portare più pubblico negli stadi e realizzare l’enorme potenziale del rapporto tra i club ed il loro territorio e le comunità di riferimento.
Nel corso dell’evento, Eli Yani, ex capitano dell’Hapoel Kfar Saba, ex giocatore dela Nazionale ed ex presidente dell’associazione calciatori, ha detto: “la trasparenza è vitale e basilare, e voi trust siete il ponte tra i club e la comunità.” Parole che non ci si immaginano uscire dalla bocca di un simbolo del calcio nazionale, da noi come in altri Paesi europei.
Israele ci fa vedere invece come anche un Paese piccolo e complicato, dal calcio di livello minore ma con i club disastrati, possa far crescere un movimento forte per la fan ownership, la partecipazione dei tifosi e il riavvicinamento di club e comunità.
Il torneo è stato vinto dall’Hapoel Katamon di Gerusalemme, il primo community club israeliano (le altre squadre partecipanti erano Hapoel Ramat Gan, Maccabi Netanya, Hapoel Petach Tikva, Hapoel Kfar Saba e Maccabi Jaffa. L’evento era associato anche all’ottava edizione di una manifestazione contro il razzismo e la violenza. La fotogallery.