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Archive for the ‘Rassegna stampa e web’ Category

Appello: sosteniamo SportPeople.net!

Posted by thepeoplesgame su 7 marzo 2012

Ecco un appello davvero meritevole di essere raccolto: quello per sostenere SportPeople.net:

chiediamo ai nostri lettori, agli utenti del nostro sito, a chi apprezza il lavoro che facciamo, di sostenerci affinché sia il sito che la rivista rimangano in vita e, soprattutto, rimangano in forma gratuita e accessibile per tutti, perché solo questo è il modo per avere una informazione libera, senza padroni e che possa almeno in parte riequilibrare la bilancia che l’opinione pubblica e l’informazione “mainstream” fa pendere contro gli ultras facendoli passare sempre e inevitabilmente nella parte del torto, spesso occultando le notizie vere, strumentalizzandole nella migliore delle ipotesi a uso e consumo di chi governa il calcio o la politica italiana.

La lettera da parte della redazione:

Come ogni inizio di nuovo anno, come sempre in ritardo per i tanti  impegni che la nostra attività comporta, mi ritrovo a scrivervi queste  righe. Questa volta intendo estendere la lettera e rendere partecipi di  ciò anche i nostri lettori, con la speranza e l’ambizione che qualcuno  possa supportare le nostre iniziative e la nostra attività non solo con  le parole ma anche e solo con un piccolo contributo economico. Nel  2003, da quando abbiamo intrapreso questa strada, la nostra scelta è  stata quella di metterci pienamente al servizio del mondo ultras,  perseguendo la missione di bilanciare con la contro-informazione tutte  le strumentalizzazioni mediatiche della stampa generalista e il falso ed  infondato moralismo dell’opinione pubblica; tutto questo senza  speculare in alcun modo sull’ideologia, sulla fede degli ultras,  rifuggendo l’idea di pubblicare la rivista a pagamento, di creare aree  “premium” del sito o di appoggiarci ad un qualsivoglia sponsor, nemmeno  un misero ed innocuo Adsense.

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La Gazzetta si occupa dei trust italiani!

Posted by thepeoplesgame su 21 settembre 2011

Davvero un bell’articolo quest’oggi sulla Gazzetta dello Sport, un approfondimento firmato da Marco Iaria sul movimento dei supporters trust italiani. Eccolo.

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Associazione di tifosi: ieri, oggi, sempre

Posted by thepeoplesgame su 19 settembre 2011

Bellissima coreografia della Nordkurve Gelsenkirchen in occasione di Schalke 04-Mainz 05 dello scorso maggio. Per i tifosi tedeschi la forma legale dei club è motivo di orgoglio e patrimonio da difendere.

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PASSIONE! (storia di un Aquilotto ritrovato)

Posted by thepeoplesgame su 18 settembre 2011

da SognoCavese.it

Il pallone torna a rotolare, rincorso da ventidue giovani aquilotti. Accade in un caldo pomeriggio di metà settembre, al “Desiderio” di Pregiato, in occasione della prima amichevole in famiglia della neonata Cavese. Una amichevole ancor più riscaldata dai cori e dai colori dei tifosi presenti (più del previsto) sugli spalti pregiatesi. Una sgambatura per testare la condizione dei “veterani” (fa strano chiamar così un gruppo di ragazzi nati tra l’89 e il ’92) e dei più giovani, schierati in due formazioni contrapposte agli ordini di mister Emilio De Leo. I ragazzi in maglia bianca hanno la meglio: 6-0 il finale, tante belle idee, un discreto affiatamento e qualche affaticamento dovuto al lungo periodo di inattività da cui provenivano i giovani ex calciatori del settore giovanile metelliano, fedelissimi di De Leo. Dall’altra parte, ragazzi selezionati tra gli oltre 40 reclutati fra le scuole calcio di Cava de’ Tirreni. Primo tempo a senso unico (5-0 il parziale per i bianchi). Secondo tempo condizionato dal caldo e dalla fatica. Turnover pressoché totale per i blu che sono più freschi e subiscono solo un gol.

Al temine della gara (due tempi da 30 minuti circa), torna a squillare nei cieli di Cava il coro “Finché vivrò, ricorderò… ovunque andrò, ti porterò… alè alè, Catello alè”, scandito dai tifosi e dai 40 ragazzi in campo, tutti uniti sotto l’ala di un Aquilotto ormai ritrovato e che pian piano tornerà a solcare i cieli che gli competono… sospinto dall’infinita PASSIONE CAVESE…

E’ SOLO L’INIZIO!

Per seguire l’Aquilotto Cavese, la pagina Facebook che presenta anche il programma tecnico di mister De Leo.

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Torna domani sera la trasmissione Dodicesimo in campo

Posted by thepeoplesgame su 5 settembre 2011

Inizia domani la dodicesima stagione di Dodicesimo in campo, la trasmissione dei tifosi del gruppo Brescia 1911 Curva Nord, un programma tv unico nel panorama italiano: “anticonformista d’aggregazione, di contro-informazione e di libertà d’espressione”.

Perché è nato 12° IN CAMPO? Per dare voce anche ai veri appassionati di questo bellissimo sport, da sempre il più popolare, ma che, da diversi anni, si sta cercando di ridurre ad un business sempre più povero di valori. Perché il successo di questo sport è soprattutto merito dei tifosi che lo seguono. Per riportare a galla la vera passione, sempre più debole di fronte ai mille problemi che hanno portato il sistema calcio allo sbando, succube del business sfrenato e lontano dalle esigenze dei tifosi. Per difendere i diritti dei tifosi ad esercitare la propria passione. Perché “una società di calcio è patrimonio sociale, culturale ed affettivo della comunità cui appartiene e dei propri tifosi, non semplice impresa economica di coloro che ne sono temporaneamente proprietari”.

Grazie al satellite e alla diretta web Dodicesimo in campo è ora seguito in tutta Italia e anche oltre i confini nazionali, e si occupa si temi e storie più generali, anche legati ad altre tifoserie, ed in particolare di informare (realmente, non come sui media tradizionali) sulla tessera del tifoso, spesso con gli interventi telefonici dell’avvocato Lorenzo Contucci.

Tra l’altro, il gruppo Brescia 1911 Curva Nord ha rimandato ma non abbandonato il progetto di dare vita ad un supporters trust, tema di cui periodicamente si torna a parlare nel corso della trasmissione e che incontra pareri positivi nei sondaggi realizzati tra tifosi e cittadini bresciani.

Dodicesimo in campo viene trasmessa in diretta ogni martedì dalle 20.30 alle 22.10 su Retebrescia ed RTBnetwork (satellite: “SKY 819” oppure “HOTBIRD 8 – HORIZONTAL – downlink 10723 Mbit/s – FEC 3/4”) e anche in streaming a questo indirizzo.
Un appuntamento settimanale da non perdere.

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Il prof. John Beech: “Azioni, non magliette!”

Posted by thepeoplesgame su 30 agosto 2011

Si intitola proprio “Shares, not shirts! ”, con una sorta di slogan, un recentissimo post del prof. John Beech, uno dei massimi esperti della finanza del calcio, sul suo blog Football Management.
La sua proposta di destinare al supporters trust quello che si spenderebbe in merchandising, ed in particolare nelle infinite varianti delle maglie da gioco, prende spunto da una analisi di un rapporto sul calcio inglese datato 1968. Studiando cosa è cambiato da allora, è evidente il cambiamento nella composizione dei ricavi: diritti tv e merchandising ancora non esistevano, mentre era importante, spesso fondamentale il contribuito dei tifosi, collettivamente, tramite le donazioni fatte dai supporters club. Nelle serie minori del calcio professionistico, era questa fonte di entrate a tenere a galla numerose società di calcio.

Anche oggi sono tante le società di calcio che navigano in cattive acque, ma rispetto ad allora sono in mano ad un “benefattore”. Tranne che in casi particolari, o per meglio dire disperati, i tifosi non sono – soprattutto in Inghilterra, in Italia siamo ancora al “non dovrebbero essere” – disposti a regalargli soldi: per dare il proprio supporto finanziario vogliono giustamente in cambio una voce nella gestione del club, che sia un dirigente eletto nel direttivo, un ruolo consultivo, dei diritti particolari, una quota del capitale sociale. Fu proprio il primo supporters’ trust, quello del Northampton Town, a rispolverare il vecchio slogan “No taxation without representation”: i tifosi possono tassarsi (e ci sono centinaia di esempi a dimostrare quanto possono ottenere) ma con la contropartita di una qualche forma di partecipazione.

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Quando gli scarpini erano neri, il nuovo blog di Stefano Faccendini

Posted by thepeoplesgame su 23 agosto 2011

Due righe per una bella notizia a cui tengo: è nato “Quando gli scarpini erano neri“, il blog di Stefano Faccendini: da aggiungere ai preferiti (e spargere la voce)!!!
A chi lo conosce non potrà che fare piacere un nuovo spazio on line dove leggere le sue riflessioni: Stefano ama il calcio, ma quello vero, come dovrebbe essere e come invece è sempre meno. Nei suoi scritti, che siano libri o articoli, racconta le belle storie che a volte con un po’ di faticasi riesce ancora a trovare nel mondo del pallone, o riesce a mettere con le spalle al muso i mali che lo affliggono.
Stefano Faccendini è l’autore di “Tifosi e ribelli”, “Noi siamo il Wimbledon” e “La trasferta”. Collabora con Supporters Direct per quanto riguarda l’Italia e con varie riviste/siti web, in particolare sul calcio inglese visto vive a Londra da anni, ma comunque non solo.  Più volte questo blog ha avuto l’onore e la fortuna di ospitare i suoi articoli.

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Il Sole 24 Ore: coinvolgere i tifosi nella governance, ma quelli con la tessera!

Posted by thepeoplesgame su 9 agosto 2011

Lo stato di salute del calcio italiano, in particolare nelle serie minori, è preoccupante, il modello del benefattore, o del mecenate come ancora lo si chiama in Italia, mostra tutte le sue crepe e non è più sostenibile, serve un modello di governance che coinvolga il territorio: sarebbe condivisibile ed apprezzabile questo articolo uscito domenica sul Sole 24 Ore, se non fosse per quelle quattro paroline tra parentesi che fanno precipitare all’istante  l’opinione a riguardo: dopo i tifosi da coinvolgere sono “quelli con la tessera”. E certo: non c’è altro modo per riconoscere i sostenitori responsabili. Del resto, la proposta non è nuova: era già nel libro “La ripartenza”, di cui è coautore Michele Uva, una delle firme anche del pezzo sul Sole. Quanto si è lontani dal conoscere e capire chi sono realmente i tifosi di calcio! L’unica soluzione per accreditare quelli “buoni”, degni, meritevoli di prendere parte alle decisioni sulla vita del loro club è che abbiano chiesto il permesso della Questura per entrare allo stadio, mettendo nel portafogli una nuova carta di credito. È proprio vero, i tifosi sono visti solo come una enorme massa di clienti da sfruttare o come delinquenti. Non conta che siano capaci, come dimostrano i primi supporters’ trust italiani e le centinaia di gruppi in Europa, di organizzarsi in enti democratici, non profit, inclusivi, senza alcun interesse se non il bene del loro club e la sua presenza piena nella comunità di riferimento. L’importante è avere in tasca la tessera del tifoso, qualcosa per cui dall’estero, da Paesi evidentemente più civili del nostro, sono arrivate condanne unanimi e che è stato un palese fallimento agli occhi di tutti (tranne che di chi l’ha inventata).

Tornando all’articolo, da segnalare anche un errore sulla regola del 50%+1 in Germania: quello che deve rimanere in mano al club-associazione, e quindi ai tifosi, è il 50%+1 (e non il 51%) dei diritti di voto e non della proprietà, aspetti che non devono necessariamente coincidere.

Un altro appunto: non tutte le società escluse dalla Lega Pro, né quest’anno né in quelli precedenti, sono fallite: alcune sì, altre probabilmente lo saranno a breve, ma non essere iscritte ai campionati di Lega Pro non equivale al fallimento, che è una vicenda giuridica di altro tipo.

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Andy Walsh, impegno e speranza per un calcio diverso

Posted by thepeoplesgame su 27 luglio 2011

Ancora da Chester, ancora grazie ai tifosi belgi: Andy Walsh, general manager dell’FC United of Manchester, riesce a far entrare in pochi minuti i motivi della nascita dell’FCUM, i suoi valori, come dovrebbero essere gestite le società di calcio, perchè appartengono ai tifosi.  Ecco la video intervista.

 

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Facciamo chiarezza: di chi sono i club tedeschi (di nessuno!)

Posted by thepeoplesgame su 21 luglio 2011

In un interessantissimo articolo sulla storia e le ultime vicende della regola del 50%+1 in Germania (Parte 1 e Parte 2) Ull Hesse fa chiarezza sullo status dei club tedeschi, non sempre facile da comprendere per noi italiani, o ad esempio anche per gli inglesi, abituati ad una realtà molto diversa.
Scrive:
Vedo articoli secondo i quali i club tedeschi non hanno proprietari privati, perché sono di proprietà dei loro membri o tifosi. La prima parte di questa frase è corretta, la seconda non del tutto. I nostri club non sono di proprietà di nessuno, neanche dei loro iscritti, proprio nello stesso modo in cui nessuno è proprietario della Croce Rossa o del Labour Party o dell’All England Lawn Tennis and Cricket Club.
Un club che ha dei proprietari, chiunque essi siano, può essere venduto o trasferito, diciamo, da Brooklin a Los Angeles. Un club che non ha proprietari può dissolversi, ma non può essere venduto o trasferito.
Tradizionalmente, tutti i nostri club sportivi sono organizzazioni di questo tipo, senza proprietari. Come la Croce Rossa, sono associazioni non profit che esistono per il bene comune (il che, tra parentesi, dà loro considerevoli vantaggi fiscali). Come il Labour Party, chiunque può entrare a farne parte con una modesta quota annuale. E come l’All England Lawn Tennis and Cricket Club.
Sono stati creati perché i loro iscritti potessero godersi le attività sportive, dal calcio al nuoto al ciclismo a qualsiasi cosa catturi la loro fantasia, ed avessero accesso alle strutture necessarie.
Ogni membro maggiorenne ha il diritto di eleggere i rappresentanti del club, come il presidente, e di votare sulle questioni discusse durate l’annuale assemblea generale. Gli iscritti possono aggiungere argomenti all’agenda e, se il loro numero è abbastanza grande, anche convocare una riunione straordinaria.
Questa, ovviamente, è una differenza cruciale rispetto ai vari programmi di membership in Inghilterra, che non hanno assolutamente niente a che fare con la partecipazione ad un vero club come viene intesa in Germiana. Inoltre, spiega perché ci sono club in Germania che non stanno attivamente cercando di guadagnarsi nuovi soci: più ne hai, più è difficile controllarli.

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