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Posts Tagged ‘libri’

1976, Sollier già scriveva di modelli partecipativi

Posted by thepeoplesgame su 10 novembre 2010

Nel 1976, nel suo libro “Calci, sputi e colpi di testa”, Paolo Sollier, attaccante del Perugia promosso in serie A e tra i primi calciatori politicizzati ed impegnati nel sociale, proponeva, come soluzione per restituire al calcio la sua natura sociale, una gestione diversa dei club, con la partecipazione dei tifosi ed un ruolo di primo piano per le istituzioni locali.

Scriveva Solllier: “Tu contesti questo calcio” mi dicono “ma cosa proponi? Come strutturare il baraccone? Come condurre le società calcistiche?” Certo non esistono magie per risolvere tutto subito, però si può ripulire qualche sentiero. Prima cosa basta con i presidenti mecenati che fanno disfano e distruggono a loro piacimento. La struttura di una società di calcio non può dipendere dagli umori e amori di un riccastro: la trasformazione in società per azioni è stato un passo importante, e a capo di questa società ci deve essere un tecnico, non un qualunque miliardario. Uno stipendiato che riceve un mandato e deve rendere conto a un consiglio di amministrazione. In questo consiglio dovrebbero esserci, oltre ai normali azionisti, i rappresentanti dei tifosi e degli enti locali. Sollier lo considera un primo passo: “Più in là la società di calcio potrebbe addirittura entrare nel bilancio del Comune, come succede per i teatri stabili (però funzionando un po’ meglio). A capo di queste società un funzionari o comunale, e i giocatori che diventano dipendenti dell’ente locale, risolvendo così il problema del “dopo”.” Una visione difficilmente realizzabile, ma dettata da motivazioni sociali: “Questo permetterebbe di ridurre gli assurdi guadagni dei calciatori professionisti, dando però in cambio una sistemazione ed una collocazione sociale. Inoltre, eviterebbe allo sport di diventare una palestra di qualunquismo ed individualismo, un’isola a parte.” Il cambiamento del mondo del calcio si sarebbe inserito in uno più generale: “Chiaro che queste trasformazioni non avverranno da sole, ma seguiranno una trasformazione della società.”

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Parole sante

Posted by thepeoplesgame su 7 novembre 2010

If football fans understood the power they have in the game and spent just 10 per cent of the energy they use talking about it on actually doing something to change football, life would be very different.

Adam Brown and Andy Walsh in “Not for SALE. Manchester United, Murdoch and the Defeat of BSkyB”

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“Il mio amico Eric” di Ken Loach: calcio, amicizia e FCUM. In libreria libro+dvd.

Posted by thepeoplesgame su 18 ottobre 2010

“E’ un film che parla di amicizia e del prendere atto di quello che si è. È un film contro l’individualismo: siamo più forti insieme che da soli. In fondo, parla della solidarietà che nasce tra amici – tra tifosi di una stessa squadra di calcio, ma anche tra colleghi di lavoro. Può sembrare un’idea scontata, ma non è così popolare di questi tempi.” Ha detto il regista Ken Loach. Ed è un film che parla di calcio, delle magie di Cantona, del ruolo che la squadra del cuore e gli idoli sul campo hanno per i loro tifosi, ma anche di un business sempre più distante dalla middle class cara a Ken Loach e quindi, come risposta e come speranza, dell’FC United of Manchester.

Si tratta di “Looking for Eric”, “Il mio amico Eric” nella versione italiana appena arrivata in libreria con la formula libro+dvd.

Eric Bishop è un postino cinquantenne, grande tifoso del Manchester United, soggetto ad attacchi di panico e tormentato dall’aver abbandonato l’amata prima moglie e la figlioletta trent’anni prima. Vive nel caos insieme ai due figliastri, anche loro lasciati dalla seconda moglie, fuggita, e nel rifugio della sua camera, un museo della storia dello United, si confida con un poster a grandezza naturale del suo idolo Eric Cantona, con il suo colletto alzato, le mani sui fianchi e lo sguardo fiero. Quando Cantona (interpretato da lui stesso – è il suo quindicesimo film ed è anche tra i produttori) si materializza nella stanza, tutto proverbi ed abiti scuri, la storia di Eric arriva ad una svolta. Con il suo omonimo condivide ricordi ed emozioni legati alle gesta di The King, ma soprattutto il campione francese sprona l’altro Eric a riprendere in mano la propria vita, cogliendo l’occasione offertagli dalla figlia e dalla nipotina per riavvicinarsi alla donna amata e risolvendo, con l’aiuto degli amici-colleghi e dei tifosi dell’FCUM, la brutta situazione in cui si era cacciato uno dei figliastri, per arrivare al lieto fine di quella che resta una storia romantica, nonostante tutte le parolacce e le imprecazioni. Una commedia sempre sull’orlo della tragedia.

Nella seconda metà del film l’FCUM diventa uno dei protagonisti, come risposta alla confusione e ai problemi del grande calcio, sempre più lontano dalla gente. Eric ed i suoi amici vanno al pub per vedere la partita del Manchester Utd contro il Barcellona. Da anni ormai non possono più permettersi di andare all’Old Trafford. In attesa del fischio d’inizio, complice la maglietta dell’FCUM indossata da Spleen, si discute della squadra dei tifosi e della multinazionale Utd, dei giocatori star e della realtà di chi li vede dal basso. Due volte si vedono i tifosi dell’FCUM, in un clima di allegria ed amicizia, in viaggio in pullman per le trasferte, ed una è quella dell’”Operazione Cantona”, esilarante e liberatoria.

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