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Posts Tagged ‘Spagna’

Orgoglio basco – di Stefano Faccendini

Posted by thepeoplesgame su 8 giugno 2011

Con la stagione 2010-11 ormai archiviata in tutti i maggiori campionati europei e quella delle bufale e delle follie di mercato alle porte, in molti si guardano indietro e fanno un bilancio degli ultimi 12 mesi.

Ancora una volta gli esperti, quelli di mestiere per intenderci, hanno perso un’occasione per mettere in risalto un piccolo miracolo accaduto in questo mondo del calcio moderno ormai talmente lontano dai suoi tifosi che a volte sembre che esista solo in televisione.

Certo accorgersene non sarebbe stato facile. Parliamo del campionato spagnolo e nessuno può azzardarsi a sprecare tempo o battute su realta’ diverse da quelle dei neo campioni d’Europa e del circo messo su da Mourinho a Concha Espina.

Tutti vogliono sapere tutto del Barcellona, la squadra più forte del mondo dove gioca il calciatore più forte del mondo allenato da quello che diventerà presto  l’allenatore più forte del mondo. Quella stessa squadra che fino a qualche anno fa si vantava di non aver mai macchiato la propria maglia con la scritta di uno sponsor e che aveva ceduto, per ragioni umanitarie, solo quando decise di stampare Unicef sulle proprie casacche, ha dimostrato invece come si trattasse di una mera questione di prezzo perchè dal prossimo anno sul petto di Xavi e compagni si leggerà bello grande Qatar Foundation, con Unicef relegato sul culo, letteralmente, dei blaugrana. E che non inganni la parola Foundation, non è niente di filantropico visto che verserà nelle casse del club catalano la bellezza di 150 milioni di euro in cinque anni. E tutti vogliono sapere cosa dice Mourinho in ogni conferenza stampa, chi caccia, chi tiene, se va d’accordo col suo compatriota Ronaldo, che intanto maledice il destino infame per averlo fatto nascere quasi coetaneo di Messi, o con Valdano, ormai un ex.

Eppure bastava scendere di qualche posizione nella classifica della Liga per notare qualcosa di straordinario. Esattamente al sesto posto si legge, a 58 punti, Athletic Bilbao.

Cosa ha di tanto eccezionale una qualificazione in Europa League, un sesto posto a 38 punti dalla prima della classe? Perché avrebbe meritato un po’ più di attenzione?

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La squadra di Getafe o del Dubai?

Posted by thepeoplesgame su 28 aprile 2011

Lunedì è stata completata la trattativa e smentita la voce, anche se poi resta da vedere come andrà a finire: il Getafe, club della Liga spagnola, è stato acquistato dal Royal Emirates Group, tramite il quale  vengono effettuati gli investimenti della famiglia reale del Dubai, e, sembra, non si chiamerà più “Getafe Team Dubai”, né modificherà lo stemma di conseguenza, come invece annunciato nei giorni scorsi. Non verrà cambiato il nome ma verrà aggiunto Team Dubai, per far passare il messaggio che Dubai ci tiene, era stato detto da un rappresentante del Royal Emirates Group, scatenando ovviamente le polemiche di chi del calcio, nonostante tutto, riesce ancora a mantenere una certa idea.

Il Getafe è considerato la quarta squadra di Madrid, anche se rappresenta un altro comune, nella parte su dell’area urbana della capitale. Attualmente è 14° (su 20) in classifica, ma con un margine risicato sulle posizioni a rischio.

Si tratta del terzo club spagnolo che passa in mano straniera in un anno, dopo il Malaga, acquistato da un membro della famiglia reale del Qatar, ed il Racing Santander passato ad un imprenditore indiano.

Impossibile non vedere in questa vicenda la solita considerazione di una squadra come un giocattolo personale del proprietario (un nuovo proprietario che sta per organizzare dei Mondiali…) e la purtroppo altrettanto solita mancanza di rispetto, o forse anche di comprensione, dell’identità locale di un club e della sua tifoseria.

È l’ennesima storia di follia calcistica (fuori dal campo) che sposta il limite ancora un po’ più in là e che fa preoccupare: fino a dove si potrà arrivare? E soprattutto: ci sarà un momento in cui non ci scandalizzeremo più, in cui saremo così abituati a tutto questo che non ci faremo più caso, e ci sembrerà strano ricordare che c’è stato un tempo in cui certe cose erano impensabili? Restare vigili, consapevoli, come tifosi, cercare di difendere e diffondere i valori e la cultura del calcio e del tifo.

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Anche i tifosi dell’Atlético Madrid si tingono di verde oro

Posted by thepeoplesgame su 11 aprile 2011

Un gran numero di tifosi dell’Atlético Madrid, 700 secondo i media sportivi, 3000 secondo il quotidiano El Pais, si sono radunato ieri, alla vigilia del match tra Atletico Madrid e la Real Sociedad nel quartiere Stadio Vicente Calderón. La manifestazione di protesta convocata con il motto “Atlético por el cambio” e patrocinata dall’Associazione Señales de Humo, membro del FASFE, con lo slogan Por un Atleti de sus socios” , ha chiesto la restituzione della proprietà del club ai suoi tifosi ogni volta che viene stabilito che Miguel Angel Gil Marin e Enrique Cerezo detengono una quota di maggioranza in modo illegale, in base a due dichiarazioni, una dalla Corte Suprema e uno del Tribunale Provinciale di Madrid.
I manifestanti hanno portato sciarpe verde e oro, diventati i colori simbolo della lotta per la democrazia nel mondo del calcio e contro il regime delle sociedades anónimas deportivas, ed hanno esibito striscioni che sostenevano questi ideali. Non c’è stato alcun incidente durante il corteo e dopo la manifestazione, circa un’ora prima del calcio d’inizio, i tifosi dell’Atlético si sono recati allo stadio, dove molti dei soliti striscioni sono stati ritirati, come succede spesso, e in alcuni casi con violenza, dai servizi di sicurezza privati ​​Atlético Madrid.

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“La squadra di tutti”

Posted by thepeoplesgame su 9 dicembre 2010

Si intitola così un bell’articolo sul Football Club United of Manchester uscito nell’edizione sia cartacea che virtuale di El Pais, il principale quotidiano spagnolo, con oltre due milioni di lettori in tutto il Paese. La versione on line in spagnolo e la traduzione in italiano.

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Due letture sul Barça

Posted by thepeoplesgame su 2 dicembre 2010

Che quello del Barcelona, che viene sempre tirato in ballo in Italia, non sia un modello riproducibile nel nostro Paese, per tanti motivi, lo abbiamo già scritto. Ma ciò non toglie che il club blaugrana, reduce dal 5-0 rifilato al Real Madrid, resti un ideale e soprattutto una grande fonte di ispirazione e riflessioni. Come quelle di Dave Boyle, Chief Executive di Supporters Direct, che ha scritto un breve saggio sui principi ed il funzionamento dell’FCB, con introduzione dell’ex Presidente Joan Laporta, salito alla ribalta proprio grazie all’attività di un vero e proprio trust formato dai tifosi, L’Elefant Blau, a contrastare il potere crescente dell’allora Presidente Nunez. I link: qui per leggere il paper di Dave Boyle, qui per la prima traduzione in inglese dello statuto del Barcelona.

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Barcelona, l’assemblea generale contro l’ex presidente Laporta. Le lezioni della democrazia

Posted by thepeoplesgame su 27 ottobre 2010

La notizia, di qualche giorno fa, è davvero grossa, ed in Spagna è ancora sulla bocca di tutti. L’assemblea generale del F.C. Barcelona ha preso una decisione storica, per la prima volta nella storia del club blaugrana: verrà intrapresa un’azione legale di responsabilità nei confronti dell’ex presidente Laporta per i negativi risultati finanziari della sua gestione.

Al momento di lasciare la presidenza, Laporta aveva parlato di un profitto di circa 11 milioni di euro, ma il bilancio ha evidenziato una perdita di 48 milioni durante i sei anni del suo mandato. Non solo: la situazione finanziaria del club si è indebolita, con debiti per circa 500 milioni di euro rispetto ad un budget annuale di più di 400 milioni. Molto dipenderebbe da una campagna acquisti negativa, su cui ha pesato non poco il disastroso affare Ibrahimovic, ma sono sospettate anche le ambizioni politiche di Laporta.

La discussione è stata lunga e ricca di argomenti, sia a favore del sì che del no, ed ha diviso i membri dell’Assemblea Generale, come mostrano i numeri: 468 voti in favore, 439 voti contrari, 113 astenuti. Tra questi ultimi anche il presidente Rosell, che ha lasciato ai membri del direttivo la libertà di scegliere come meglio credevano, secondo il principio della responsabilità personale. Così come aveva fatto il dirigente Murtra con Guardiola al momento di affidargli la prima squadra, prima del voto il Presidente ha chiesto di pensare al Barça, ovvero solo al bene del club, lasciando da parte ogni tipo di sentimenti e questioni personali. “E’ una decisione sociale altamente importante nella storia del club” ha detto Rosell. “Personalmente sto passando un brutto momento per tutto ciò.”

Un altro discorso sono le questioni finanziarie ed i motivi di questa situazione infelice. Quello che fa pensare, invece, è che molti club, importanti o meno, si trovano in acque anche ben peggiori, ma i loro tifosi non hanno la possibilità di intraprendere un’azione legale contro i dirigenti (e i proprietari), che li metta di fronte alle loro responsabilità per i risultati di bilancio e quindi per i danni nei confronti di un interesse collettivo (in quanto, ovviamente, in forma di bene privato). Due casi, i più eclatanti del momento, sono quelli di Manchester United e Liverpool. (qui David Conn sulle ultime news). Per chi occupa certe poltrone al Barcelona invece non c’è modo di nascondersi, neanche per un presidente vincente come Laporta, che oltretutto aveva guidato la campagna anti Nunez, restituendo al club la prorpia identità che era stata minata dalla precedente gestione.

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