the People's Game

  • I support SD

    I support SD
  • Supporters Direct

    Supporters Direct
  • Football Supporters Europe

    Football Supporters Europe
  • Venezia United

    Venezia United
  • Sogno Cavese

    Sogno Cavese
  • sosteniamolancona

  • MyRoma

    MyRoma
  • paperblog

Non solo Champions – di Stefano Faccendini

Posted by thepeoplesgame su 1 aprile 2010

Spesso, quando si parla di calcio e di Manchester e’ soltanto per fare le lodi allo United, di nuovo in lotta per titolo nazionale e Champions League, o, ultimamente, per  seguire la carriera di Roberto Mancini alla corte di sceicchi tanto ricchi quanto fuori posto al City.

Eppure sono altre le notizie che dovrebbero filtrare e attirare l’attenzione. Pochi giorni fa l’FC United of Manchester, la societa’ formata dai tifosi sull’onda dell’indignazione per il passaggio dei Red Devils in mano ad affaristi americani,  ha annunciato il piano, allo studio del Comune, per la costruzione di un proprio stadio. Finora le partite nei bassifondi del calcio amatoriale inglese erano state giocate sul campo del Bury, squadra di League Two, spesso davanti a un numero di tifosi maggiore di quello che si recava a vedere i padroni di casa.

Ma Bury e’ troppo lontana e scomoda da raggiungere e poi non e’ propriamente Manchester. L’ FC ha deciso quindi di spostarsi dentro la citta’, di non essere piu’ ospite in casa propria, nella zona est e precisamente a Newton Heath, esattamente li’ dove nel 1878 si formo’ il Newton Heath L&YR F.C. poi diventato nel 1902 Manchester United.

Oltre al significato sentimentale e pratico di questo spostamento ce ne e’ uno ancora piu’ grande. Quando nel 2005 un gruppo di tifosi disillusi decise di averne abbastanza di essere trattati come clienti senza diritti e dell’atmosfera oppressiva che si respirava all’ Old Trafford e decise di formare il proprio club, in molti storsero il naso. Li accusarono di essere traditori, di voler esser protagonisti e pronosticarono loro una vita breve e inutile.

Quello che invece e’ successo e’ che quanto fatto da Andy Walsh e compagni e’ un esempio per tutti i tifosi del mondo. Non solo per quelli che non hanno piu’ una squadra, o quelli che hanno visto fallimenti e ripartenze, ma anche per quelli che ne hanno abbastanza di un certo tipo di calcio e di tifo. Dopo tre promozioni consecutive, al termine di questa stagione probabilmente rimarranno nella Northern Premier League Premier Division (livello sette della piramide) e le prezenze in casa non andranno molto oltre la media di 2200/2300 di quest’anno ma l’annuncio del previsto spostamento a Newton Heath non potra’ che generare ottimismo.

Se da una parte il club dovra’ trovare i 3.5 milioni di sterline calcolati per finanziare questo impianto polivalente con posto per 5000 persone, donazioni ben accette, dall’altra il municipio locale si e’ detto piu’ che favorevole allo spostamento, inquadrandolo in un piu’ ampio progetto di riqualificazione sociale e urbanistica.

Quello che un gruppo di tifosi ha fatto non e’ stato solo creare una nuova squadra ma dare un’alternativa al cd calcio moderno a tutti coloro che sono stanchi di certe imposizioni e vorrebbero trovare atmosfere piu’ vere e divertenti, dove i tifosi si sentano veramente parte di qualcosa. Quest’anno il prezzo degli abbonamenti non e’ stato fissato ma e’ stato chiesto ad ognuno di pagare quanto poteva. Se in molti hanno dato meno della cifra di riferimento perche’ in difficili condizioni economiche, altri hanno dato di piu’ perche entusiasti dell’iniziativa. L’incasso e’ andato oltre ogni piu’ rosea aspettativa.  Non e’ utopia.

Allo stesso tempo sembra non essere utopia neanche l’addio dei Glazer. Certo, avverra’ soltanto dietro cospicua offerta da parte dei Red Knights, il consorzio formato da cinque facoltosi tifosi del Manchester United, ma e’ un’ipotesi comunque suggestiva.

In teoria una volta strappato il club dalle mani dell’invasore straniero, quote del club sarebbero di nuovo trasferite ai tifosi. Dopo l’appello pubblico da parte dei “Cavalieri Rossi” ad ingrossare le fila del Trust, i soci del MUST sono aumentati da 58mila a circa 145mila.

Entrambi i casi sono la dimostrazione pratica di quello che impegno, unione e determinazione possono ottenere.

E se tutto questo puo’ essere fatto dai sostenitori  di una delle squadre piu’ forti del mondo, tutti noi forse dovremmo imparare qualcosa. Principi morali e orgoglio dovrebbero andare oltre le vittorie e i fallimenti, il destino e il futuro del nostro essere tifosi e’ nelle nostre stesse mani, basta crederci.

Per me e’ un buon punto di partenza.

 Stefano Faccendini

Lascia un commento